• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Accesso autori
  • Utilizzo dei Cookies
  • Privacy Policy

Solo Riformisti

Uno spazio aperto al confronto, civile e concreto, e un’occasione di riflessione. Per restare ancorati alla realtà, senza rinunciare agli ideali, per rifiutare le posizioni ideologiche, per riaffermare i valori democratici.

  • Solo Riformisti
  • Gli autori
  • Politica
  • Economia
  • Esteri
  • Cultura
  • Opinioni
  • Programma Toscana
  • Archivio articoli

Congresso PD: una resa dei conti che non scalda i cuori

In corsa tre candidati, ma due visioni, contrastanti e inconciliabili, paralizzano una forza politica che rischia di rinunciare ad essere una alternativa ai populismi.

10 Febbraio 2019 da Stefano Baccelli Lascia un commento

In questi giorni, in cui la cronaca politica è inondata dalle scelte del progetto populista, che nel nostro Paese si traduce in azione Governo, in Italia si stanno svolgendo, anche se nel quasi totale disinteresse dei più, le fasi preliminari, in vista del Congresso Nazionale del Partito Democratico. Si è iniziato con il voto tra gli iscritti per esprimere una scelta tra sei candidati alla carica di segretario nazionale. Una prima scrematura è servita a selezionare i primi tre: il più votato è risultato il Governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al secondo porto si è classificato il segretario uscente, Maurizio Martina, in tandem con l’onorevole Matteo Richetti, al terzo l’ex candidato sindaco al Comune di Roma, Roberto Giachetti, in ticket con la giovane deputata, Anna Ascani. Sono loro che il prossimo 3 marzo si sfideranno per le Primarie. Fuori gioco gli altri candidati: Francesco Boccia, Dario Corallo e Maria Saladino. Per la cronaca Nicola Zingaretti ha raccolto: 88.918 voti, pari al 47,38 %; Maurizio Martina: 67.749 preferenze pari al 36,10 % dei voti e infine Roberto Giachetti: 20.887 voti pari all’ 11,13% degli iscritti votanti. Francesco Boccia aveva invece ottenuto 7.537 voti pari al 4,02%, Maria Saladino 1315 voti e lo 0,70%, Dario Corallo 1.266 voti pari allo 0,67%. Un risultato che, al momento, ribalta le gerarchie, rispetto al recente passato, dato che Zingaretti si candida (non si danna certo a smentirlo) a mettersi alle spalle i governi di centrosinistra, mentre Martina si presenta come il candidato della mediazione tra le due anime del Pd, quella riformista e quella della conservazione. Giachetti, una candidatura sorpresa dell’ultimo secondo (ci sono stati anche dei timidi tentativi a mettere in discussione le firme raccolte in un paio di giorni), che si è presentato come il baluardo contro la riammissione degli scissionisti della cosiddetta “ditta”, i cui principali esponenti sono Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema e Roberto Speranza, confluiti nella già disciolta Leu, il cartello elettorale della sinistra cosiddetta radicale. Giachetti ha anche pubblicamente dichiarato di opporsi a qualsiasi ipotesi di futuro accordo del Pd con il M5s. Il 3 Marzo come detto ci saranno le primarie, una consultazione elettorale autogestita dal Partito Democratico, cui sono ammessi tutti gli aventi diritto al voto, con l’aggiunta dei sedicenni e i diciassettenni, purchè registrati in un apposito portale. La condizione richiesta è quella di dichiararsi potenziali elettori del PD. Qui i candidati ripartiranno da zero, con una platea senz’altro diversa e tutto si potrebbe ribaltare. È ciò che si augura soprattutto Giachetti, mentre Zingaretti parla già come segretario in pectore. Una lotta intestina di cui probabilmente non c’era bisogno e certamente non appassiona. Zingaretti si è attestato quale esponente dell’ala sinistra del partito, dichiarando: “Dobbiamo avviare una ricollocazione politica e sociale della sinistra, riacquistando la capacità di stare dentro alla società e scommettendo su un grande movimento popolare unitario”; Martina, ha marcato la sua vocazione di aspirante mediatore: “Mi candido e ci candidiamo al plurale, con l’idea di portare al Pd una squadra di uomini e donne che hanno voglia di lavorare insieme e pensare al futuro dell’Italia, investendo sulla partecipazione”. Meno politichese appare il linguaggio di Giachetti, che rivendica l’azione di Governo e ammonisce i colleghi di partito: “per cinque anni abbiamo esibito un racconto delle cose ad noi realizzate peggiore di quello fatto dai nostri avversari”. Dicevamo che si tratta di un dibattito che non appassiona nemmeno gli iscritti, dato che la percentuale dei votanti ha fatto registrare un vero e proprio crollo, rispetto alla consultazione precedente, che incoronò Matteo Renzi con il 70% dei consensi, rispetto al 25% ottenuto da Orlando (il primo ex Ministro del Governo guidato da Renzi a mettersi di traverso) e al 5% raccolto dal Governatore della Puglia, Michele Emiliano. Tutto ciò accadde i primi giorni di aprile 2017, ma pare un’era geologica: nel frattempo si è registrata una serie di sconfitte del PD alle elezioni amministrative, ma soprattutto alle Politiche del 4 marzo 2018, che hanno fatto registrare uno striminzito 18,7% per il Partito Democratico, che comunque si è classificato come seconda forza politica italiana, staccata nettamente dalla prima che, a sorpresa come dimensioni, è risultata il M5s con il 32,7%. Adesso siamo ad una sorta di resa dei conti, ma il PD agli occhi della gente, ancor più che tra gli addetti ai lavori e gli “esperti”, appare essere diviso tra due posizioni probabilmente inconciliabili: il riformismo, inaugurato dalla premiership di Matteo Renzi e confermato dai Governi a guida Gentiloni, oppure un riavvicinamento alla sinistra radicale e alle posizioni della Cgil, la cui guida è passata da poco a Maurizio Landini, delfino (ma non troppo, a giudicare dalle prime scelte da segretario nazionale) di Susanna Camusso, strenua oppositrice del JobsAct e altre riforme sul lavoro attuate dal Governo Renzi.

Stefano Baccelli

Condividi:

  • Tweet
  • WhatsApp
  • Stampa

Archiviato in:Politica

Info Stefano Baccelli

Classe 1955, giornalista iscritto all’Albo professionale dal 1982. Già dipendente della Pubblica Amministrazione, ha svolto per molti anni il ruolo di economo nella Rsa Villone Puccini, per poi passare all’area della Comunicazione dell’Azienda Usl pistoiese. E’ stato tra i soci fondatori della Cooperativa Giornalistica “Settegiorni” e direttore responsabile dell’omonima rivista settimanale. Dal 1990 agli inizi degli anni 2000 ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa della Cgil di Pistoia e dal 2000 svolge il medesimo incarico alla Pistoiese Calcio. E inoltre autore dei libri: “Ho vinto”, intervista ad un malato terminale, “il Nonno”, libro/intervista sulla vita di un noto imprenditore, “Memorie”, pubblicazione storica per i 100 anni dello SPI/CGIL e “Barile tra storia e leggenda”, dedicato ad un borgo alle porte di Pistoia.

Post precedente: « L’azzardo del reddito di cittadinanza
Post successivo: Sull’orlo della crisi »

Interazioni del lettore

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Iscrizione alla newsletter SoloRiformisti

Inserendo i propri dati sarà possibile ricevere la nostra newsletter nella propria casella di posta elettronica.

Bastian contrario

La prima uscita

27 Febbraio 2023 | Il Bastian Contrario

Elly Schlein: “ La pace in Ucraina non si fa con le armi. Sosteniamo l’accoglienza, sbagliato aumentare le spese militari”.

Non c’è che dire.

La ragazza ci darà delle soddisfazioni.

Il paradosso ecologico della guerra

13 Marzo 2023 | Il tocco di Alviero

La trappola di Tucidide

24 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Per un pugno di PIL

13 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Salvi per un PIL

30 Gennaio 2023 | Il tocco di Alviero

Goodbye 2022 non ci mancherai

18 Gennaio 2023 | Il tocco di Alviero

Per chi suona la campanella

16 Dicembre 2022 | Il tocco di Alviero

Crisi continua

26 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Trento Libera nos a malo (2 di 2)

12 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Trento libera nos a malo (1 di 2)

12 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Adda passà a nuttata (2 di 2)

17 Ottobre 2022 | Il tocco di Alviero

Ultimi commenti

  • Elisabetta Briano su Il sogno Schlein
  • Elisabetta Briano su Le due paci possibili
  • Sergio Giusti su La riforma fiscale della Meloni
  • daniela su Autonomia è responsabilità
  • Roberto su Ucraina: prima della “battaglia finale”
  • Ennio su Il sogno Schlein
  • MARCO POGGI su Ha vinto la Schlein. E allora?
  • Marco Mayer su Ha vinto la Schlein. E allora?
  • Manuela Carpinelli su Lettera aperta di una preside fiorentina
  • Elisabetta Briano su Guerra e economia in Ucraina
SoloRiformisti.it. Periodico di area riformista del Circolo SoloRiformisti. | E-Mail: redazione@soloriformisti.it