Dio è morto, Marx è morto e anche il PD non sta tanto bene. Dalle parti del Nazareno si continua a non comprendere che le elezioni politiche hanno segnato la fine di un mondo del tutto fantastico nel quale i Dem si erano rifugiati.
Più diritti e più doveri, per cosa?
Quello di cui figli e genitori separati avrebbero bisogno, non sono ulteriori implementazioni di regole farraginose e di difficile (o nulla possibilità di) attuazione, ma la restituzione di quella libertà e responsabilità educativa che è riconosciuta alle famiglie unite.
Il dramma dell’alienazione parentale
La Corte costituzionale dice che il doppio cognome serve a tutelare la piena identità del figlio ma poi quell’identità viene sistematicamente dimezzata nelle aule di giustizia dove, in caso di separazione, si continuano a prevedere tempi di frequentazione differenti tra i due genitori.
I bamboccioni fuori di casa
I giovani italiani escono di casa ad un’età (30,1) più vicina ai maltesi (30,7) che non ai francesi e tedeschi (23,7) o agli inglesi (24,7). È un evidente segno del fallimento delle politiche familiari e per i giovani del nostro paese.
La burocrazia degli affetti
Consentire di “incontrare congiunti”, invece di limitarsi a regolamentare le modalità degli spostamenti, non limita le occasioni di contagio, ma è espressione di una cultura illiberale in cui l’individuo non è un titolare di diritti ma un suddito.
La zavorra dei luoghi comuni
Con tutti i suoi limiti il ddl Pillon ha un’innegabile connotazione riformista: rendere effettivo il diritto dei figli ad avere due genitori presenti nella loro vita anche dopo la separazione.